Sabato 8 novembre alle ore 16.00 in Sala dello Studio teologico della Basilica del Santo a Padova verrà presentato l’ultimo libro di Papa Francesco, Il mio san Francesco, per i tipi delle Edizioni Messaggero Padova. Sarà il cardinale Marcello Semeraro, curatore del volume e amico fraterno di Bergoglio, a dialogare con padre Antonio Ramina, rettore della basilica. Un'opera unica che, in un intimo e fraterno colloquio con il cardinale Marcello Semeraro, svela il profondo legame del Pontefice con il Santo di cui ha scelto il nome, diventando il suo testamento spirituale.
Il libro nasce da un dialogo avvenuto negli ultimi mesi del 2024, nel quale Papa Francesco ha concesso per la prima volta un'intervista sulla sua personale connessione con San Francesco d'Assisi. Attraverso le sue parole, il Pontefice esplora temi cruciali che hanno ispirato gran parte del suo magistero, come la custodia del creato, la pace, la fraternità universale, e offre spunti di riflessione su questioni personali e universali, dalla "sporcizia" all'interno della Chiesa al significato della preghiera, dal rapporto con la povertà e la famiglia fino al dolore e alla morte.
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Il libro, che ha ricevuto il nulla osta da Papa Francesco in persona una settimana prima della sua scomparsa, contiene inoltre una Lettera di Papa Leone XIV e una prefazione del cardinale Pietro Parolin, che ha definito il testo quasi un "testamento spirituale" di Bergoglio.
Papa Leone XIV così ha scritto al curatore, il card. Semeraro: «Carissimo fratello, ti sono grato per avermi fatto conoscere questa pubblicazione, che permette quasi di riascoltare la voce di papa Francesco. […] Egli ha raccontato il perché della scelta del nome; in questi dialoghi fatti con te, però, egli mostra pure che quel nome di Francesco non solo lo ha assunto, ma con esso ha pure cercato di identificarsi per farne il volto della sua nuova missione».
Così invece il cardinale Parolin: «Papa Francesco rende testimonianza dei molti doni che il Signore gli ha fatto, descrive alcune intuizioni nel suo cammino di fede, racconta anche di alcuni passaggi difficili della sua esistenza, richiama storie della sua famiglia. Tutta questa ricchezza esperienziale ora è riletta proprio alla luce di ciò che il «piccolo» Santo di Assisi gli ha insegnato. Nel dialogo, papa Francesco sembra quasi riassaporare le tracce benedette che l’esempio di san Francesco aveva lasciato nel suo animo, aiutandolo a essere un po’ come lui, tanto grato al Signore e desideroso di scoprirlo presente nei poveri, di volergli bene in chi soffre ed è solo. Oggi possiamo, in un certo qual modo, leggere questa lunga testimonianza di papa Francesco, scritta negli ultimi mesi della sua vita, quasi fosse un suo “testamento spirituale”, fatto di memorie vive e di rendimenti di grazie».
 
             
                