Sesta video-meditazione: "Il marito violento. Donne e uomini uniti nello stesso progetto d'amore"

Tredici martedì con sant'Antonio, 19 aprile 2022
A cura di p. Andrea Massarin

Ascoltiamo

«Un giorno, la moglie di un cavaliere ricco e nobile rispose al marito in modo affrettato. Egli la percosse con calci e pugni e poi, pentitosi, implorò sant’Antonio di perdonarlo e di salvare la moglie. Il Santo lo rimproverò, poi s’inginocchiò accanto a lei e pregò il Signore di ridarle
la vita. La donna si alzò completamente ristabilita».

(Libro dei miracoli di sant'Antonio)

Meditiamo

“Dio creò l’uomo a sua immagine, maschio e femmina li creò”. Nel progetto originario uomo e donna hanno pari dignità davanti a Dio. Nel tempo, le diverse culture hanno distorto questo equilibrio con le tragiche conseguenze che conosciamo, tra le quali il “femminicidio”. Nel suo intervento miracoloso, Antonio “rimprovera” il marito, smontando la sua presunzione di superiorità e poi “salva” la donna. In questo modo offre ai due la possibilità di vivere una relazione d’amore autentica.

Preghiamo

Padre buono, tu ci hai donato tanti modelli di famiglie sante lungo la storia, ma ad essere famiglia si impara ogni giorno: imparando ad ascoltarsi
e a capirsi; imparando ad affrontare conflitti e difficoltà; imparando a perdonarsi settanta volte sette. Donaci la grazia di crescere nell’accoglienza reciproca e nell’amore. (fra Andrea M.)

Riflettiamo

  • Hai mai riflettuto con calma sulla dignità grande che l'uomo e la donna hanno agli occhi di Dio e sulla vocazione che Dio ha loro affidato?
  • Quali sono oggi,a tuo avviso, le principali ragioni di conflitto all'interno della coppia e come sono superabili?
  • Io, tu... ognuno di noi che cosa può fare concretamente perché nelle nostre famiglie crescano l'accoglienza ed il perdono reciproco?

Preghiera a sant'Antonio

O sant’Antonio, uomo dell’ascolto di Dio e della sua Parola, donaci la capacità di ascoltarci gli uni gli altri, per comprendere sempre più le gioie e le fatiche che abitano il nostro cuore ed avere parole di consolazione e di perdono reciproco.