Tra la metà del XVIII e la seconda metà del XIX secolo, più volte il convento del Santo e la stessa famiglia dei frati furono fatti oggetto di chiusure, appropriazioni, riduzioni forzate.
Così scrive fra Massimiliano Patassini, direttore responsabile, nel «Messaggero di sant’Antonio»: «Un periodo travagliato della storia della Basilica è quello delle soppressioni, collocato tra la metà del XVIII e la seconda metà del XIX secolo. Le radici di questi eventi si trovano anzitutto nel movimento illuministico, che puntava all’autonomia della ragione, all’esaltazione dell’individuo e dei suoi diritti. Uno degli sviluppi di questo movimento è l’idea di uguaglianza tra gli uomini, in contrasto con i privilegi presenti nella società (anche all’interno dei conventi)».
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