Arte

Pubblicato il 29 Settembre 2016

Restaurata la Tomba di Marino Zabarella al Santo, monumento funerario dell'illustre cittadino padovano quattrocentesco

I lavori finiti, svelati oggi in basilica e realizzati con il contributo di un privato, chiudono il quinquennio dell’attuale Presidenza della Veneranda Arca di S. Antonio

Inaugurata in Basilica del Santo la restaurata tomba di Marino Zabarella, cittadino di spicco dell’aristocrazia padovana che nel Quattrocento riformò gli statuti della città. Il restauro del monumento funerario, terminato in questi giorni e finanziato da un benefattore privato, l’ingegner Eugenio Fiocco di Padova, è stato presentato oggi, 29 settembre, nella sede della Veneranda Arca di S. Antonio che ha commissionato l’intervento.

La tomba di Marino Zabarella, giureconsulto padovano morto nel 1427, è in pietra dipinta e si trova nella navata di destra, sopra la porta di accesso al campanile meridionale, sorretto da due grandi mensole. Il sarcofago è di pregiato marmo rosso con due scudi con banda a sette stelle. Lo sovrasta un dipinto raffigurante una “Madonna con Bambino” di Achille Casanova e suoi allievi di epoca novecentesca, all’interno di un’elegante e pregiata cornice intarsiata e dorata.

Il progetto di conservazione è stato realizzato dalla restauratrice Monica Vial ed è durato circa un mese, con la supervisione della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le Province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso. I lavori sono iniziati ad agosto dopo un’accurata fase di studio. 

Il monumento è posto accanto alla cosiddetta “Madonna delle Messe”, restaurata nel giugno di quest’anno e dipinta sopra un’antica porta di ingresso alla sacrestia e al campanile meridionale.

«Con questo ulteriore intervento, secondo quando condiviso a suo tempo con padre Enzo Poiana, compianto rettore della Basilica mancato improvvisamente il 16 agosto, si è voluto completare questo importante quadrante vicino all’entrata della sacrestia e al banco delle messe, uno dei siti più frequentati della Basilica», ha commentato Gianni Berno, Presidente Capo della Veneranda Arca del Santo.

«La fabrica della Basilica è un organismo vivo, soggetto come un qualsiasi essere vivente all’avvicendarsi dei secoli. E perciò necessita di essere continuamente osservato, monitorato, “rimesso in forma” – ha concluso – Questo è il compito della Veneranda Arca di S. Antonio».

All’inaugurazione erano presenti anche padre Giorgio Laggioni, Vice Rettore della Basilica del Santo, Leopoldo Saracini della Presidenza della Veneranda Arca del Santo con delega alla manutenzione e restauro del complesso basilicale, il Direttore dei lavori di restauro Lamberto Briseghella.