L’incendio che nel 2019 devastò la cattedrale di Notre-Dame di Parigi ha rappresentato per il mondo intero un doloroso promemoria della fragilità dei grandi monumenti storici. Da questa consapevolezza nasce il progetto di ammodernamento e potenziamento del sistema antincendio della Basilica di Sant’Antonio a Padova con strumenti di ultima generazione promosso dalla Delegazione Pontificia, dalla Veneranda Arca di Sant’Antonio e dai Frati della Basilica, con il fondamentale contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
Un intervento di grande rilievo, del valore complessivo di circa 1,5 milioni di euro, che interesserà le cupole, il sottotetto, l’Archivio storico della Veneranda Arca e la Biblioteca Pontificia Antoniana, nell’ottica di un piano di protezione integrata che coniuga sicurezza, innovazione e rispetto del valore storico-artistico dei monumenti. Verrà adottata, sistema antincendio di ultima generazione già applicato in contesti di assoluto pregio, e si inserisce in un percorso di salvaguardia che guarda alla prevenzione come parte essenziale della tutela del patrimonio.
La realizzazione affidata a imprese specializzate e condotta con tecniche di edilizia acrobatica per evitare l’uso di ponteggi invasivi, prenderà avvio entro la fine del 2025 e si concluderà entro la primavera 2026, in tempo per la tradizionale manifestazione del “Giugno Antoniano”.
Un tesoro risalente al XIII secolo
Le celebri cupole della Basilica di Sant’Antonio a Padova, così caratteristiche del loro profilo architettonico, sono già ricordate nel XIV secolo da Giovanni da Nono. Lo studioso padovano racconta la traslazione del corpo di Sant’Antonio, avvenuta nel 1265, sotto la terza cupola di forma troncoconica, ispirata al Santo Sepolcro di Gerusalemme.
I documenti conservati presso l’Archivio storico della Veneranda Arca testimoniano numerosi interventi di restauro nei secoli, tra cui i più significativi dopo l’incendio del 1749. Le analisi condotte su malte e strutture lignee hanno tuttavia evidenziato materiali databili proprio al XIII secolo.
Prevenzione e tecnologie moderne: il progetto Water Mist
La tecnologia scelta per questo importante lavoro di efficientamento è quella Water Mist, oggi tra le soluzioni più efficaci e sostenibili per la protezione degli edifici storici. Impianti basati su questo sistema sono già stati adottati in contesti di assoluto pregio come la Basilica di San Marco, la Scuola Grande di San Rocco, le Procuratie Nuove, Villa Pisani a Stra e Villa Contarini.
Il sistema Water Mist utilizza acqua nebulizzata ad alta pressione, che non viene erogata a diluvio ma sotto forma di una nebbia finissima. Questo consente un’elevata capacità estinguente, un impatto ambientale nullo, una drastica riduzione dell’ossigeno disponibile per la combustione e una maggiore sicurezza per gli ambienti vincolati.
La salvaguardia delle cupole della Basilica non rappresenta soltanto un’opera di tutela architettonica, ma un gesto di responsabilità verso un patrimonio storico, culturale e spirituale che appartiene all’intera collettività. Proteggerlo oggi significa assicurare che questo inestimabile lascito continui a parlare alle generazioni future.
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