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Pubblicato il 06 Giugno 2020

6 GIUGNO - SETTIMO GIORNO DELLA TREDICINA - MONS. MORAGLIA

Foto e video della Celebrazione della Tredicina e della Santa Messa in Basilica

SABATO 6 GIUGNO
ore 17.30: Preghiera della Tredicina a Sant’Antonio
ore 17.45 - Pellegrinaggio del Patriarcato di Venezia e degli Ordini e Associazioni della Basilica. - Presiede S. E. Mons.Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia.

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Dal comunicato stampa:

sabato 6 giugno, è stata la serata del Patriarca Moraglia, che nella sua Omelia ha più volte posto l’accento al difficile momento sociale, spirituale, umano ed economico che stiamo vivendo a causa della pandemia. «In tempo di pandemia anche la festa del Santo risente – come del resto altre iniziative – delle attenzioni richieste per la sicurezza e la salute pubblica. Tutto ciò comporta inevitabili disagi e aggiustamenti, ma anche spinte alla creatività e all’uso dei nuovi mezzi della tecnologia. Il cristiano, che è anche cittadino, ha a cuore le persone e il bene comune ed è chiamato ad agire in modo responsabile e prudente. […] Covid-19, in questi mesi, ha rivoluzionato la vita d’interi continenti e ci ha fatto vivere giorni difficili. Il tessuto sociale ed economico, il mondo del lavoro, in particolare dell’impresa, sono stati e saranno sottoposti a dura prova; è essenziale che i singoli e le istituzioni – l’Europa, i governi nazionali e locali, i corpi intermedi, gli istituti di credito (realtà fondamentale e così delicata e provata nella nostra regione) – facciano, fino in fondo, la loro parte perché la declamata “ripartenza” sia possibile per tutti e non escluda nessuno: famiglie, anziani, giovani, diversamente abili, scuola, attività produttive, turismo, realtà aggregative. È essenziale che vi siano risorse e strumenti adeguati per accompagnare questa fase e così sia possibile rialzarsi e guardare con speranza al futuro. […] Nel tempo del Covid-19 il Santo ci esorti a ripensare davvero chi siamo e chi è l’uomo, ossia ad interrogarci sulla bontà delle nostre relazioni personali e sociali, sulla nostra società. Ci prenda per mano e ci aiuti a vivere da cristiani questi giorni con responsabilità, carità e solidarietà, facendoci carico - ossia “prossimi” - gli uni degli altri, costruendo una nuova fraternità, in città e paesi che vogliono ripensarsi e rialzarsi insieme e, in particolare, con le persone e le famiglie più deboli e fragili. Antonio ci aiuti - ha concluso il Patriarca di Venezia - ad essere sempre più fondati nella santità concreta e quotidiana (il pane di sant’Antonio ne è simbolo eloquente), una santità che ha origine nell’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e che sola cambia la vita delle persone e, di conseguenza, delle comunità.»

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Il saluto degli Amministratori locali

In rappresentanza degli Amministratori locali, Sindaci e Presidenti delle Province limitrofe, ha portato il suo saluto il Presidente della Provincia di Padova Fabio Bui: «Grazie per aver condiviso son noi questo momento, e per  le parole di incoraggiamento per il nostro servizio. Grazie alla comunità antoniana di Padova,  punto di riferimento per tutto il territorio. Ciascuno di noi ha bisogno di un punto di riferimento nel proprio servizio di amministratore della cosa pubblica, e questi riferimenti non possono che essere ricercati e praticati negli insegnamenti del magistero della Chiesa e nell’esempio e nelle parole  di vita di uomini di chiesa, e nei Santi come Sant’Antonio. Sono stati mesi difficili umanamente, e nel nostro ruolo di amministratori ci siamo trovati a gestire qualcosa che mai avremmo pensato di vivere. Per la prima volta abbiamo visto i nostri comuni svuotarsi; in alcuni casi diventare zone rosse con l’esercito a presidiare ingressi e uscite: oggi qui con noi c’è il Sindaco di Vo’. In molti casi siamo venuti a conoscenza di persone che sono state male, di altri che sono deceduti, gli anziani che hanno scritto la nostra realtà locale. Ognuno di noi ha delle immagini, dei momenti, delle parole… Momenti che ci accompagneranno per lungo tempo. C’è molto da rielaborare, ma c’è anche molto da fare. Quello del sindaco è un servizio bellissimo, oltre che faticoso:  ti consente di essere il primo rappresentante della tua comunità e dei tuoi concittadini; di portarne in alto l’orgoglio e la identità. Ma siamo anche la figura più a contatto con le fragilità e i problemi reali delle persone che in questa emergenza si sono moltiplicati. Ma come ne usciremo? Nella solitudine se prevarrà l’egoismo e l’individualismo. Questa emergenza ci ha costretto alla distanza fisica, ma mai come ora ognuno di noi ha capito come il destino dell’altro sia legato al proprio. Il virus ha indicato  uno spartiacque che non possiamo ignorare: d’ora in poi dobbiamo essere esempio per trasformare le differenze e i bisogni, in opportunità. Sant’Antonio interceda e ci faccia vivere in pienezza la nostra responsabilità in questo momento in cui l’attenzione alla persona è molto più importante delle opere; in cui l’altro diventa fondamento per costruire una comunità attenta, solidale, che non lascia indietro nessuno. Abbiamo il grande privilegio di poter dare l’esempio, di rimboccarci le maniche, di fare tutto ciò che possiamo con umiltà e coraggio agendo secondo etica, legalità, sobrietà. Che l’esempio e le parole di vita di Sant’Antonio ci siano guida e sostegno nell’esercizio di questa nostra   responsabilità.»