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Pubblicato il 26 Luglio 2021

“Padova Urbs Picta”, i cicli affrescati del XIV secolo della Città del Santo sono Patrimonio Mondiale UNESCO

Tra questi anche cicli di affreschi in Basilica e convento di Sant’Antonio e nell’annesso Oratorio di San Giorgio

Sabato 24 luglio, nel corso della 44a sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale a Fuzhou, è stato ufficialmente proclamato l’inserimento di “Padova Urbs picta” nella lista dei siti UNESCO.

Un riconoscimento importante e collettivo che premia il sistema padovano degli otto cicli affrescati nel XIV secolo, due dei quali appartenente allo straordinario complesso monumentale antoniano: la Basilica e il convento del Santo (opere di Giotto nella Cappella della Madonna Mora, nella Cappella delle Benedizioni e nella Sala del Capitolo, di Giusto de’ Menabuoi nella Cappella del Beato Luca Belludi, di Altichiero da Zevio e Jacopo Avanzi, nella Cappella di San Giacomo) e il limitrofo Oratorio di San Giorgio (intero ciclo affrescato da Altichiero da Zevio).

Il sito seriale comprende anche i seguenti cicli affrescati: Cappella degli Scrovegni, Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, Palazzo della Ragione, Battistero del Duomo, Cappella della Reggia Carrarese e Oratorio di San Michele.

Questa la motivazione dell’inserimento dei cicli affrescati nel Patrimonio mondiale UNESCO:

«illustra un modo completamente nuovo di rappresentare la narrazione in pittura, con nuove prospettive spaziali influenzate dai progressi della scienza dell’ottica e una nuova capacità di rappresentare le figure umane, in tutte le loro caratteristiche, compresi i sentimenti e le emozioni. Queste innovazioni segnano una nuova era nella storia dell’arte, producendo un irreversibile cambio di direzione».

Il rettore della Basilica di Sant’Antonio, padre Oliviero Svanera, ha così commentato la decisione del comitato internazionale:

«La proclamazione UNESCO, che vede in prima fila la Basilica con i suoi tre siti, diventa motivo non solo di un rinnovato impegno nel custodire e diffondere un patrimonio d’arte unico al mondo. Di più, per noi Chiesa diventa una opportunità per rinnovare una proposta di incontro con la fede che ha originato queste opere. Attraverso gli affreschi presenti nella Basilica – ricordo anche l'immenso patrimonio d’arte rappresentato dalle sculture della tomba del Santo piuttosto che dal Donatello del presbiterio - vogliamo far emergere, oltre agli aspetti turistici o tecnici o culturali di sguardo sulla bellezza di queste opere, la possibilità di incontro con Colui che in queste opere è significato, Cristo Salvatore. È la via del Vangelo, della evangelizzazione attraverso la via pulchritudinis di cui parla papa Francesco in Evangelii gaudium. La Via della bellezza, che a partire dall’esperienza dell’incontro con la bellezza dell’arte che suscita stupore, può aprire la strada della ricerca di Dio e disporre il cuore e la mente all’incontro col Cristo, Bellezza Incarnata offerta da Dio agli uomini per la loro Salvezza».

 

I SITI DELLA PADOVA URBS PICTA AL SANTO

BASILICA E CONVENTO DI SANT’ANTONIO

Nella Basilica e nel convento di Sant’Antonio si conservano le prime testimonianze della presenza di Giotto a Padova, attivo nella Cappella della Madonna Mora, nella Cappella delle Benedizioni e nella Sala del Capitolo, in un periodo intorno al 1302-1303, ovvero poco prima alla decorazione nella Cappella degli Scrovegni.
Per questo motivo nell'ambito del sito “I cicli affrescati del XIV secolo di Padova” rappresentano dal punto di vista cronologico l'inizio dell'attività di Giotto in città, opere nelle quali cogliere come il maestro fiorentino avesse già posto le basi della propria ricerca sulla prospettiva e sulla resa degli spazi che esprimerà compiutamente poco dopo nella Cappella degli Scrovegni.
 
Nella Basilica sono presenti inoltre altri tra i maggiori protagonisti della storia dell'affresco padovano del Trecento: Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio e Jacopo Avanzi, autori di cicli affrescati di altissimo pregio che testimoniano concretamente la storia della grande committenza padovana legata alla Signoria Carrarese.

 

ORATORIO DI SAN GIORGIO

Affacciato sul sagrato della Basilica del Santo sorge l’Oratorio di San Giorgio, mausoleo di famiglia iniziato da Raimondino Lupi di Soragna per accogliere le spoglie di Bonifacio, edificato seguendo il medesimo modello architettonico e modalità narrativa della Cappella degli Scrovegni, dopo oltre settant’anni dalla sua realizzazione.  L'Oratorio di San Giorgio presenta un ciclo pittorico dipinto ancora una volta da Altichiero, che ne decora completamente le pareti interne, tra il 1379 e il 1384, con la collaborazione di Jacopo da Verona.
Nell'ambito del sito seriale “I cicli affrescati del XIV secolo di Padova”, il ciclo segue il percorso iniziato da Altichiero nella Cappella di San Giacomo con la ricerca dell'illusionismo prospettico, in particolare nelle architetture, del rapporto tra spazio reale e dipinto, con un'attenzione nuova alla luminosità del colore.  
 
Nelle pitture di Altichiero vengono esaltate le virtù guerriere della famiglia Lupi, al servizio della Signoria dei Carraresi e della città. La qualità della pittura, il cromatismo raffinato, le soluzioni prospettiche e l’aderenza al dato reale fanno di questo ciclo un capolavoro talmente innovativo da anticipare la spazialità prospettica quattrocentesca.
 
La ricerca dichiarata di rifarsi al modello della Cappella degli Scrovegni emerge con evidenza dall'osservazione dell’Oratorio di San Giorgio: l’impianto architettonico, la decorazione entro cornici, l'organizzazione delle scene su registri sovrapposti e la citazione puntuale della volta stellata con figure entro clipei, tutto rinvia a Giotto, ma aggiornato secondo il nuovo stile gotico.