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Pubblicato il 04 Settembre 2022

Oggi la beatificazione di Albino Luciani, occasione per ricordare il rapporto di affetto che lo legava ai frati del Santo e del Messaggero

Quando era ancora patriarca di Venezia il papa dei 33 giorni collaborò con il «Messaggero di sant'Antonio». Le iniziative per conoscere l'uomo e il suo pensiero

«Trentatré giorni, meno di un battito d’ali nella bi-millenaria storia della Chiesa, ma bastarono al nuovo Pontefice per conquistare la simpatia della gente con il suo naturale porsi timido e dimesso, illuminato da un sincero sorriso; con la sua capacità di dialogare con tutti, anche con i bambini che, nelle udienze del mercoledì, invitava al suo fianco a dire la loro. La posta in gioco era sempre alta. Sopra tutte, la necessità di porre al centro della vita di ciascuno e della comunità Dio, che ci cura con amore di Padre e di Madre, messo all’angolo da chi, ubriacato dai successi della scienza, riteneva di potersela cavare da solo. E altro ancora, che lasciava intravedere un pontificato forte e vivace». Scrive così Piero Lazzarin, capo redattore del «Messaggero di sant'Antonio» all'epoca della morte improvvisa di Albino Luciani, da poco più di un mese divenuto papa col nome di Giovanni Paolo I.

Anche i frati del Basilica del Santo all'epoca misero il lutto. «E ce n’erano di motivi - scrive sempre Lazzarin -. Tra questi, la stima e l’amicizia che legavano l’ex patriarca di Venezia alla famiglia antoniana, cementate dalla comune passione per il giornalismo e dalla convinzione che i «nuovi pulpiti» da cui annunciare oggi il Vangelo dovevano essere i moderni mezzi di informazione. «In chiesa – sosteneva Luciani – ti ascoltano poche decine di persone, nei giornali, radio e tv, alcune migliaia». Il «Messaggero di sant’Antonio», edito dai frati della Basilica antoniana, con i suoi due milioni e oltre di potenziali lettori, era un «superpulpito». Per questo, quando il direttore, padre Francesco Saverio Pancheri, gli propose di collaborare con la rivista antoniana, accettò subito».

Il ricordo privilegiato e particolare che i frati ebbero con il fututo papa viene ricordato oggi, domenica 4 settembre, in occasione della sua beatificazione in Piazza San Pietro, dal «Messaggero di sant'Antonio» nell'articolo "Il nostro Albino Luciani" di Piero Lazzarin - leggi l'articolo integrale

Nei primi anni Settanta, dunque, l’allora patriarca di Venezia iniziò una collaborazione giornalistica con il «Messaggero di sant'Antonio», assunta con evidente intento pastorale. Sulle colonne del mensile antoniano, dal maggio 1971 al dicembre 1974, Luciani scrisse un’originalissima serie di lettere immaginarie a personaggi storici e mitici di tutti i tempi e luoghi, dando corpo a un’analisi tutt’altro che superficiale di quegli anni difficili e tortuosi, con stile gradevolissimo e sottile ironia. Da Penelope a Mark Twain, da Maria Teresa d’Austria a Figaro, da Pinocchio a un... orso, da Péguy a Trilussa, da Scott a Ippocrate, da Quintiliano a Marconi, da Hofer a Goldoni, da santa Teresa a Goethe, da san Bernardino a Marlowe e Chesterton, per finire al più importante di tutti, Gesù, al quale l’autore scrive trepidando.

Queste lettere confluirono nel gennaio 1976 nella prima edizione di Illustrissimi pubblicata dalle Edizioni Messaggero Padova. Fu subito un successo, tanto che seguirono ristampe e nuove edizioni, in molte lingue, l’ultima nel 2017. Quella dell’ottobre 1978 era stata rivista personalmente, alcuni giorni prima della morte, dall’autore ormai divenuto papa Giovanni Paolo I, che vi aveva apportato alcune correzioni.

Da allora, il settore librario dei frati del Santo continuò a far conoscere la figura del "papa del sorriso" con diversi libri, che si possono conoscere dal sito dell'editore. In vista della beatificazione, è stato avviata anche la collana “Io sono polvere” sul pensiero, la spiritualità e l’insegnamento di Albino Luciani, vescovo, patriarca e papa diretta dal sacerdote bellunese Davide Fiocco, uno dei curatori della Positio e membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I.

E don Davide Fiocco è stato intervistato dalle Edizioni Messaggero Padova per conoscere e approfondire alcuni aspetti che hanno portato alla beatificazione del "papa dell'umiltà" e alcuni retroscena del suo brevissimo pontificato - leggi l'intervista a don Davide Fiocco, coautore della Positio.

 

Crediti fotografici – Archivio «Messaggero di sant’Antonio»
Foto 1: padre Giovanni Maria Colasanti (a destra), direttore del «Messaggero dei Ragazzi», e padre Francesco Saverio Pancheri (a sinistra),  direttore del «Messaggero di sant'Antonio», incontrano mons. Albino Luciani (al centro), in occasione della Mostra del fumetto artistico a Padova, giugno 1976

Foto 2: padre Giovanni Maria Colasanti (a destra), direttore del «Messaggero dei Ragazzi», con mons. Albino Luciani (a sinistra), in occasione della Mostra del fumetto artistico a Padova, giugno 1976