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Pubblicato il 22 Giugno 2016

Una cena con i poveri, emblema di misericordia, tema del Giugno Antoniano 2016

Lunedì sera al Santo un centinaio di ospiti serviti dai frati francescani

Lunedì sera nel Chiostro del Noviziato della basilica del Santo si è tenuta la “Cena di Misericordia” organizzata nell’ambito del Giugno Antoniano 2016. Non una cena di gala, ma una cena fraterna in un clima di condivisione per ospiti davvero eccezionali: un centinaio di poveri, così come avrebbe voluto sant’Antonio. Sono stati i frati francescani a servire ai tavoli imbanditi i commensali, invitati attraverso una rete di associazioni che offrono supporto alle persone in difficoltà: Comunità di S. Egidio, Pane dei poveri e le varie comunità dei Frati Minori Conventuali che hanno scelto di accogliere alcuni profughi.

Prima della cena, gli invitati hanno potuto “gustare” una visita al santuario antoniano, accolti dal saluto del rettore, padre Enzo Poiana, e guidati da padre Giuliano Abram, che attraverso le opere d’arte della basilica, in particolare degli altorilievi della Cappella dell’Arca, ha narrato i miracoli del Santo e la sua attenzione verso i poveri e quanti vivono situazioni di disagio.

Gli ospiti si sono poi accomodati a tavola in una cornice speciale, il Chiostro del Noviziato, all’ombra delle cupole e dei campanili del Santo. Era la prima volta che veniva organizzata una cena in questo chiostro, normalmente non accessibile al pubblico. Tra una portata e l’altra (il servizio è stato assicurato da una trentina di frati e chierici) un bel clima di dialogo fraterno tra gli invitati, le suore e i volontari che li hanno accompagnati e i frati che hanno aperto loro le porte.

«Seduti a tavola tutto diventa più semplice e ogni barriera viene abbattuta per lasciare spazio ai racconti, alla conoscenza reciproca, all’umanità – ha commentato padre Poiana che ha, anche lui, aiutato ai tavoli - È stato un segno concreto di una misericordia che diventa fraternità e condivisione verso gli ultimi, di una chiesa davvero a servizio delle periferie. Attraverso il messaggio di Antonio è stata attualizzata quell’attenzione ai poveri, ai bisognosi, a quanti oggi si trovano in difficoltà per diversi motivi, sia economici che umanitari, sollecitando la città a prendersi cura di questi fratelli e sorelle nel nome di un Dio padre». Tra i vari presenti anche alcune famiglie straniere residenti a Padova con i propri figli, molti dei quali nati nella città del Santo.