Celebrazioni

Pubblicato il 14 Novembre 2016

Giubileo al Santo, chiusa la Porta della Misericordia, resta aperta quella del cuore e delle opere di carità

Le parole del rettore, p. Oliviero Svanera, durante la cerimonia a conclusione del Giubileo. Le fotografie e i video della celebrazione.

È stata chiusa ieri mattina la Porta della Misericordia della Basilica di Sant’Antonio a Padova aperta il 20 dicembre scorso.

Al rito di chiusura, presieduto dal Delegato pontificio, mons. Giovanni Tonucci, hanno partecipato circa 2.000 fedeli, oltre ai frati della comunità antoniana e le associazioni che fanno riferimento alla basilica e che in questi mesi hanno collaborato nell’accoglienza dei pellegrini, tra cui la Veneranda Arca del Santo, l’Ordine Francescano Secolare e l’Arciconfraternita di Sant’Antonio.

La processione ha attraversato per l’ultima volta la Porta della Misericordia, simbolo di Gesù che guida all’incontro con il Padre. L’ultimo a varcare la Porta Santa è stato il delegato pontificio che, una volta entrato, l’ha richiusa definitivamente. Il rito è proseguito all’interno con la santa messa.

Il rettore del Santo, padre Oliviero Svanera, ha così commentato l'attività svolta nell'anno giubilare appena concluso:

In questo Giubileo “diffuso”, dove sono state tante le porte della misericordia aperte in chiese e cattedrali, papa Francesco ci ha tramesso un messaggio chiaro: la misericordia è a portata di mano per tutti. Ci ha fatto capire quanto importanti siano le porte nella nostra vita e quanto fondamentale sia aprirle, quelle del cuore innanzitutto! Qui in basilica l’afflusso di pellegrini da varie parti del mondo in questo anno è stato costante e certamente maggiore rispetto al solito. Non folle, ma gruppi o persone che attraverso la devozione a sant’Antonio hanno colto l’occasione di un itinerario di riscoperta della propria fede seguendo la linea verde tracciata in basilica. Ora la domanda ricorrente che mi viene rivolta è: cosa resterà di questo Giubileo della Misericordia? Quali conseguenze si porterà con sé?

Resteranno di certo le diverse opere di misericordia avviate dai frati del Santo in questo anno giubilare, come l’inaugurazione del nuovo Villaggio Sant’Antonio di Noventa Padovana per i disabili; il progetto per i profughi in Libano avviato con la Caritas antoniana e il Messaggero di Sant’Antonio; l’attività dell’Oasi Famiglia del convento di Camposampiero, un progetto di aiuto e accompagnamento per le coppie e le famiglie in difficoltà, che i frati intendono replicare nella basilica padovana con un Centro di ascolto con la medesima finalità, come esito anche dei due sinodi sulla famiglia voluti da papa Francesco.

Ma sono i tanti episodi di grazia all’incontro con i pellegrini che rimangono nel cuore di noi come frati e pastori d’anime – ha concluso il rettore –. Attraversando la porta della Misericordia per giungere in basilica e poi arrivare davanti al confessionale, molti penitenti hanno gioito di poter passare per la porta che introduce nel cuore misericordioso di Dio, sentendo che la propria vita era cambiata. Ecco cosa resta e resterà di questo Giubileo: la consapevolezza che la porta del cuore di Gesù è sempre aperta, quella porta che sant’Antonio chiamava “porta del Paradiso”.

Nella galleria fotografica qui sopra alcuni dei momenti più emozionanti della celebrazione. Clicca qui per guardare la galleria completa. Fotografie di Giovanni Pinton.

E qui sotto la videoregistrazione di due momenti molto importanti: la cerimonia di chiusura della Porta Santa e l'omelia di mons. Tonucci durante la successiva s. Messa.